Translate

domenica 29 marzo 2009

Rotta verso il nulla. La cultura dell'esclusione.




Le società occidentali contemporanee sono ferite dall'esclusione dai benefici della modernizzazione che, al di là delle difficoltà del momento, sembrano notevoli. Molto si è detto sui tratti oggettivi, quantitativi e non, di tale esclusione. Ma non si indaga abbastanza su una sorta di variegata "cultura dell'esclusione", di essa insieme concausa, elemento distintivo ed ostacolo importante al superamento. Tale cultura caratterizza una parte soltanto, ma significativa, degli individui emarginati ed esclusi, soprattutto giovani o giovanissimi.
Si tratta di una visione della vita e delle cose che arriva talvolta a considerare l'emarginazione e l'esclusione come situazioni positive, che danno e non tolgono. L'approccio ai problemi che la connota è distruttivo. L'attrazione per il nulla inarrestabile. Il peso ed il fascino del "qui ed ora" totale.
Occorre che le istituzioni pongano in essere efficaci politiche inclusive. Ma senza incidere su questa cultura segnata dalla tendenza alla distruzione ed all'autodistruzione l'azione pubblica rischia di risultare poco efficace.

venerdì 20 marzo 2009

La politica estera di Obama. Alla prova dei fatti.

Obama è ormai saldamente al timone degli Stati Uniti. In politica estera deve confrontarsi con i loro tradizionali obiettivi: la difesa dei diritti dell' uomo, in particolare della libertà politica e religiosa; la diffusione delle istituzioni liberaldemocratiche e dei principi dello stato di diritto; la lotta contro la proliferazione nucleare, diretta soprattutto ad evitare che regimi autoritari ed irresponsabili ottengano armi atomiche; la garanzia della sopravvivenza e dell' integrità di Israele.
Il nuovo presidente mostrerà la sua grandezza se riuscirà a perseguire efficacemente questi obiettivi riducendo il ricorso ai metodi cruenti che tanto hanno pesato nella valutazione dell' opera del suo predecessore. Se invece la sua suadente retorica coprirà l' abbandono di fatto dei grandi obiettivi che hanno segnato tradizionamente la politica estera americana, passerà alla storia come il liquidatore fallimentare non solo della potenza statunitense, ma anche e soprattutto di quel patrimonio ideale che nelle sue stesse parole rappresenta la sua costante fonte d' ispirazione. E' il momento dei fatti, presidente.

domenica 8 marzo 2009

Per una nuova teologia laica. Con Dario Antiseri contro Vito Mancuso.

Arriva spesso perfino sui media italiani il dibattito volto a districare il problema di una teologia pienamente laica, capace di fare i conti fino in fondo con il pensiero laico contemporaneo e con la scienza in particolare. Nel panorama italiano si distinguono per risonanza e chiarezza le posizioni del filosofo della scienza Dario Antiseri e del teologo Vito Mancuso.
Dario Antiseri pensa, in sostanza, che una teologia laica, fondata sulle sole risorse della ragione umana, debba confrontarsi soprattutto con i due principali esiti del pensiero contemporaneo. Da un lato la piena consapevolezza dell'ineliminabile congetturalità della scienza: la "scienza su palafitte" di Karl Popper è una impresa collettiva i cui esiti sono sempre inevitabilmente provvisori, ipotetici, aperti a sviluppi imprevedibili. Dall'altro la convinta accettazione della cosiddetta legge di Hume, cioè della inderivabilità dei valori dai fatti, delle prescrizioni morali dalle descrizioni della natura. Questa prospettiva, conducendo alla distruzione di ogni "assoluto terrestre", lungi dal negare la compatibilità con la ragione di una religione rivelata e "tradizionale", cioè tramandata di generazione in generazione, come quella cristiana cattolica, apre ad essa ampi spazi.
Secondo il teologo Vito Mancuso si tratta invece di "argomentare a favore della bellezza, della giustizia e della sensatezza della vita, fino a ipotizzare che da essa stessa, senza bisogno di interventi dall'alto, sorga un futuro di vita personale dopo la morte". Pare, in sostanza, una ripresa del vecchio progetto deista sei-settecentesco, la cui tesi principale è che si può pensare Dio solo con gli attributi che ci indica la ragione secondo natura. 
Le idee del professor Mancuso cozzano contro gli esiti prevalenti del pensiero contemporaneo (Popper, Wittgenstein, Lakatos, Feyerabend). Se la scienza dà sempre risultati congetturali e provvisori e non possiamo ricavare da essa un grammo di etica allora la ragione critica contemporanea, al di fuori della fede religiosa e di un progetto rivelato, non può parlare di Dio in termini positivi, nè trovare da sola soluzioni convincenti al problema di dare un senso all'esistenza ed una risposta assoluta alle domande morali fondamentali.

Dario ANTISERI, Cristiano perchè relativista, relativista perchè cristiano.
Dario ANTISERI, Credere

Vito MANCUSO, L' anima e il suo destino
Vito MANCUSO, Per amore. Rifondazione della fede.


lunedì 2 marzo 2009

Diario della crisi. Quando i rimedi sono peggiori del male.

Due parole ancora sulla grave crisi economica in atto. Una domanda drogata da un eccessivo e patologico ricorso al debito, prima pubblico e poi privato, tende ad implodere. I vizi del commercio internazionale e della ricerca globalizzata dei fattori della produzione, ingigantiti dalla mancata applicazione agli operatori economici di regole comuni e virtuose, danneggiano in profondità economie tradizionalmente arricchite da imprese dinamiche. Non si può curare una crisi determinata dall'eccessivo consumo a debito e dalla fiducia in risorse fittizie con l'avventurosa prodigalità pubblica. Nè si deve tentare di ovviare ai vizi di un mercato distorto ed insufficiente con la riduzione dei suoi spazi, con il protezionismo. Chi non è più giovane ha davanti agli occhi i disastri provocati dallo statalismo, dal collettivismo, dalla protezione di aziende inefficienti attuata da paesi ripiegati su se stessi, con una corruzione dilagante. Occorre controllare il lievitare del debito, pubblico e privato. Occorre realizzare un mercato vero, genuino, virtuoso, mediante l'attenta applicazione di regole comuni a tutti gli operatori economici, su scala globale. Occorre ripristinare ed incrementare la responsabilità individuale, elevando l'osservanza spontanea delle regole. Queste devono essere le priorità. Le sofferenze individuali e spesso incolpevoli che questa situazione economica determina devono essere alleviate con un intervento pubblico selettivo ed attento a non causare un aumento strutturale ed incontrollato della spesa pubblica. Sarebbe davvero un grave errore scambiare incerti effetti oggi su una condizione temporanea e contingente con il peggioramento più che probabile di un domani già in parte compromesso dalla miopia.

Visite