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lunedì 18 gennaio 2010

Elezioni presidenziali cilene. Le due sinistre dell' America Latina.

In Cile ha vinto Pinera, uomo della destra liberale. Lo sconfitto Eduardo Frei era sostenuto dal centrosinistra, che espresse anche il presidente Michelle Bachelet, al termine del suo mandato.
Alternanza al governo del paese, dunque. Senza drammi, nel rispetto non solo formale della costituzione. La Bachelet, dopo aver ben governato, mostra al mondo la maturità politica raggiunta dal Cile e dalla sinistra cilena. Il paese sembra aver ben imparato la lezione della storia.
Vivo è ancora il ricordo di Allende e di Pinochet. Ma tutto è cambiato. Mentre Allende, alla testa di un governo di minoranza, tentò di instaurare in Cile uno stato socialista simile ai satelliti europei dell'Unione Sovietica, la sinistra cilena che ha governato nell'ultimo ventennio ha mostrato di essere sinceramente rispettosa delle libertà democratiche ed ha gestito brillantemente l'economia, conquistando la fiducia degli investitori di tutto il mondo. Così la destra, con Pinera, ha saputo allontanare da sé l'immagine del sanguinario regime di Pinochet.
Ben diversamente si sta comportando Hugo Chavez in Venezuela. Il suo regime scivola sempre più verso l'autocrazia, fornendo ai paesi vicini il modello di una sinistra autoritaria, populista ed insofferente alle istituzioni democratiche ed alle regole dello stato di diritto.
Si assiste dunque in America Latina alla formazione di due modelli nettamente diversi di sinistra. Una sinceramente fedele ai principi della democrazia libera, capace di assicurare al proprio paese un buon progresso economico e sociale nella libertà, ben rappresentata appunto dalla Bachelet e dal presidente brasiliano Lula. Un'altra, rappresentata da Chavez e dai suoi allievi, che sopravvive economicamente grazie allo sfruttamento delle risorse minerarie, quando ci sono, e politicamente mediante l'emarginazione ed il soffocamento delle opposizioni.
Un ulteriore importante dato che deve far riflettere è il seguente. In Italia come nelle altre grandi democrazie occidentali, la simpatia per statisti come Lula e Bachelet all'interno dell'opinione pubblica di sinistra, invece di aumentare con la prova della loro buona amministrazione, diminuisce. Mentre, non sempre apertamente confessata, cresce l'approvazione per Chavez.
Si tratta di un fenomeno davvero significativo. La sinistra profonda occidentale - quella italiana in particolare - mostra così di essere ancora prigioniera del proprio passato, delle proprie illusioni, di un apparato concettuale fuorviante ed inadeguato.
L'attuale crisi economica sarà superata. Nessun sperato crollo si realizzerà. Una parte fondamentale dell'opinione pubblica democratica rimarrà ancora legata ad una visione del mondo che la rende incapace di partecipare efficacemente alla soluzione dei problemi che ci assillano.

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