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venerdì 28 maggio 2010

Ernesto GALLI DELLA LOGGIA, Tre giorni nella storia d'Italia.




Lo storico Ernesto Galli della Loggia in questo piccolo grande libro prende in esame tre momenti cruciali della storia italiana: la marcia su Roma, che portò al potere Mussolini, la vittoria elettorale della Democrazia Cristiana e dei suoi alleati nel 1948 ed il successo elettorale di Berlusconi nel 1994. Da questa prospettiva privilegiata riflette sul tormentato passaggio del nostro paese alla democrazia libera ed alla modernità postagricola.
Emerge il quadro di un'Italia dai tratti peculiari, quasi prigioniera della propria diversità eppure con un futuro aperto, di cui occorre iniziare un percorso di comprensione che superi luoghi comuni e tradizioni storiografiche consolidate. Delle anomalie di oggi Galli della Loggia propone spiegazioni che fanno riferimento prevalentemente ad un passato recente, evitando quando possibile richiami a vicende lontane, idonei più a costruire alibi che a suggerire responsabilità e soluzioni. Ne risulta un'opera agile e penetrante, da considerare un'efficace introduzione alla storia dell'Italia contemporanea.
Sarà utile in particolare ai giovani, stanchi di libri scritti più per diventare armi nelle battaglie culturali e politiche che per essere strumenti di ricerca della verità.




sabato 22 maggio 2010

Crisi dello stato sociale contemporaneo. Le cicale sapranno e potranno pazientare?

Piero Ostellino ha qualche giorno fa, sul Corriere della Sera, richiamato l'attenzione sul percorso perverso dello stato sociale contemporaneo. La crisi, estendendosi alle finanze pubbliche ed alla valuta europea, lo rende un peso insostenibile.
Ma la sua crescita enorme ed abnorme è stata accompagnata dalla decadenza della famiglia tradizionale come elementare spazio di solidarietà e dalla caduta della propensione al risparmio personale. I carichi assistenziali e previdenziali non possono così più ritornare agevolmente a gravare su famiglie ed individui, oggi inadeguati.
Tradizioni ed abitudini non si costruiscono. Esiste una netta asimmetria tra le azioni e gli eventi capaci di provocarne il declino ed i processi in larga misura spontanei che ne consentono l'affermazione.
Come ha ben messo in rilievo lo stesso Ostellino, la crisi può trasferirsi alle istituzioni della democrazia libera e dello stato di diritto. Si tratta di istituzioni dotate di buona solidità. Possono reggere bene se troveranno validi difensori: intellettuali, sindacalisti e politici capaci di frenare passioni, appetiti ed illusioni. Ce ne sono ancora?

giovedì 13 maggio 2010

Galileo e gli anelli di Saturno. Le osservazioni sono ipotesi.




Anche i grandi sbagliano. Galileo Galilei non sfuggì alla regola. Riflettere su uno dei suoi errori ci aiuta a superare un empirismo ingenuo. Il paleontologo Stephen Jay Gould, nel suo Le pietre false di Marrakech (pag. 45 e segg.), scrive:

"Galileo puntò il telescopio anche su Saturno, il più lontano dei pianeti noti a quel tempo, e vide i famosi anelli. Non riuscì però a visualizzare o interpretare in modo corretto ciò che aveva osservato, presumibilmente perchè nel suo mondo concettuale non c'era "spazio" per un oggetto così peculiare (e il telescopio era troppo rozzo per raffigurare gli anelli in modo abbastanza chiaro da costringere la sua mente, già confusa da tante sorprese, alla conclusione più peculiare e imprevista di tutte)".

"Galileo...interpretò Saturno come un corpo triplice, formato da una sfera centrale affiancata da due sfere minori a contatto con essa".

"Galileo non annuncia la sua soluzione per mezzo di espressioni come "congetturo", "ipotizzo", "inferisco" o "mi pare che sia l'interpretazione migliore...". Egli scrive invece audacemente "ho osservato".

E lo stesso Gould così commenta:

"L'idea che l'osservazione possa essere pura e incontaminata (e perciò incontestabile) - e che i grandi scienziati siano, di conseguenza, persone in grado di affrancare la propria mente dalle costrizioni della cultura circostante e raggiungere conclusioni rigorose attraverso esperimenti e osservazioni privi di intralci, uniti a un ragionamento logico chiaro e universale - ha spesso arrecato danno alla scienza, trasformando il metodo empiristico in una formula vuota"

Le secche sintesi di Karl Popper (La ricerca non ha fine pagg.84 e 152) mettono ancor meglio a fuoco il problema:

"...non può darsi alcuna osservazione libera da teoria, e nemmeno un linguaggio libero da teoria"

"...le teorie scientifiche restano sempre ipotesi o congetture..."

Ammettiamo dunque che le osservazioni non sono che... ipotesi. Questa consapevolezza deve rendere ai nostri occhi la scienza meno grande? No. Perchè con questi fragili ed incerti strumenti ha cambiato la nostra vita. In meglio.

venerdì 7 maggio 2010

Russia. L' Occidente è più vicino.

In Russia novità per la commemorazione della vittoria nella Seconda guerra mondiale. Alla parata celebrativa parteciperanno anche truppe americane, britanniche, francesi e polacche. Un ulteriore indizio del riavvicinamento in atto tra Russia, Unione Europea e Stati Uniti. Importanti anche le dichiarazioni del presidente russo Medvedev. Emerge una valutazione critica non solo dello stalinismo ma di tutta l'esperienza sovietica. La Russia di Medvedev e Putin va attesa alla prova dei fatti. Ma sembrano sbagliate le interpretazioni che seguono il solo filo conduttore della continuità imperiale. E' venuto meno l'apparato ideologico marxista-leninista ed il paese è incomparabilmente più aperto verso l'esterno. Per la prima volta la Russia ha davvero davanti a sè la prospettiva di una modernizzazione che non si realizzi interamente a spese dei diritti e delle libertà. Se realmente i governanti di questo grande, composito e contraddittorio paese perseguono tale obiettivo Stati Uniti ed Unione Europea rappresentano il punto di riferimento necessario. L'allargamento dei confini dell'Occidente può oggi avvenire non contro ma insieme alla Russia. Si tratta di un percorso difficilissimo ma che si deve saggiare.

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