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martedì 20 luglio 2010

Cristianesimo e condizione femminile. I musulmani alla scoperta dell'Europa.




Quello dell'influenza del cristianesimo sulla condizione della donna occidentale è un tema controverso e lungamente dibattuto. Sembra però prevalere la convinzione che la religione tradizionalmente dominante in Occidente abbia svolto in quest'ambito un ruolo negativo. E' opinione comune che quindici secoli di egemonia cristiana abbiano costituito un lungo periodo di limitazione della libertà della donna, di lesione della sua dignità e di repressione sessuale. Ma è davvero così?
Almeno qualche dubbio fanno sorgere le testimonianze dei musulmani che hanno visitato l'Europa cristiana dal nono al diciannovesimo secolo, prima che il disincanto e la secolarizzazione che hanno progressivamente segnato gli ultimi duecento anni ed in particolare il Secondo dopoguerra mutassero di nuovo radicalmente costumi, visioni del mondo ed assetti giuridici. Il merito di aver raccolto e reso accessibili al grande pubblico queste testimonianze è del professor Bernard Lewis, uno dei più autorevoli studiosi dell'Islam e del Medio Oriente del Novecento. Nel suo I musulmani alla scoperta dell'Europa, ed. 2004, pagg. 351 e segg., Lewis scrive:

"Dall'esame dei libri di viaggio tramandatici, possiamo asserire che, fino al XIX secolo, i visitatori musulmani in Europa furono tutti, senza eccezione, uomini.
Tuttavia, la maggior parte di essi esprime qualche osservazione sul tema della donna e del suo ruolo nella società...: l'istituzione cristiana del matrimonio monogamico, l'assenza di norme sociali che limitino in modo sostanziale la libertà della donna e la considerazione in cui sono tenute anche dalle persone di elevato rango destano immancabilmente meraviglia, sebbene mai ammirazione, nei visitatori provenienti dalle terre islamiche".

"Un fatto che non poteva lasciare indifferenti gli osservatori musulmani sia dell'età medievale che dell'età moderna era, per esprimerci con i loro termini, la licenziosa libertà delle donne e la straordinaria mancanza di virile gelosia negli uomini"

"C'era un connotato della società cristiana che puntualmente sconcertava gli stranieri musulmani: il rispetto con cui venivano trattate le donne in pubblico. Evliya osserva:

In quel paese vidi una cosa straordinaria. Se l'imperatore incontra una donna per strada ed è a cavallo, si ferma e cede il passo alla donna. Se, invece, egli è a piedi e incontra una donna, si ferma in atteggiamento cortese. Poi la donna saluta l'imperatore ed egli si leva il cappello e si rivolge alla donna con deferenza e riprende il cammino solo dopo che ella sia passata. E' uno spettacolo straordinario.
In questo paese, come pure in altre terre degli infedeli, l'ultima parola spetta alle donne, che vengono onorate e riverite per amore di Madre Maria".

Di straordinaria importanza queste ultime parole di Evliya. Viene messo in rilievo il consapevole rapporto tra tradizione cristiana e trattamento riservato alla donna.
Le fonti musulmane qui citate rappresentano testimonianze certamente dirette a stupire il lettore. Ma la preoccupazione di sorprendere, di meravigliare, non le rende meno significative. Emerge un quadro sostanzialmente inaspettato, capace di porre in discussione più d'un luogo comune.

Bernard LEWIS, I musulmani alla scoperta dell'Europa, prima edizione, 2004.




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