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lunedì 5 settembre 2011

Festivalfilosofia di Modena: la Natura. Ma una morale naturale è impossibile.


Il Festivalfilosofia di Modena, operazione culturale ormai tradizionale, vetrina prestigiosa per gli intellettuali di sinistra e le loro opere in libreria, si occupa questa volta della Natura, trattata da diversi punti di vista. Uno dei più importanti è quello del rapporto tra natura e morale. Perché la "vita secondo natura" è un tema, un programma, uno slogan che sempre affascina, suggestiona, inganna, prestandosi ad ogni sorta di strumentalizzazione.
Scrive il cattolico professor Dario Antiseri nel suo Cristiano perchè relativista, relativista perchè cristiano, 2003, pag. 62:

"...da proposizioni descrittive possono venir logicamente dedotte unicamente proposizioni descrittive: l'informazione non produce imperativi. E, dunque, non è logicamente possibile passare dall'essere al dover essere. Questa, in breve, è la legge di Hume, la grande divisione tra asserzioni indicative e asserzioni prescrittive, tra fatti e valori. Tale legge è una legge di morte per il diritto naturale e ci dice che i valori non si fondano sulla scienza: essi trovano fondamento sulle nostre scelte di coscienza".

Mentre il compianto biologo e paleontologo statunitense Stephen Jay Gould, in un scritto compreso anche nel suo I Have Landed, ha sottolineato che:

" La scienza però non può mai decidere la moralità della morale. Supponiamo di scoprire che un milione di anni fa, nelle savane africane, l'aggressività, la xenofobia, l'infanticidio selettivo e la sottomissione delle donne offrisse dei vantaggi darwiniani ai nostri progenitori cacciatori-raccoglitori. Una tal conclusione non sancirebbe – nel presente come nel passato – il valore morale di questi comportamenti, né di qualsiasi altro".

Amore e odio sono entrambi ben presenti in natura. E' l'uomo che decide ed è responsabile delle proprie decisioni.






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