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giovedì 5 luglio 2012

Storia politica dell'Italia unita. Il grande assente.





In Storia delle idee del secolo XIX (Freedom and Organization), 1968, p. 651 Bertrand Russell ha rilevato che:

"Sfortunatamente nei tre Imperi orientali la difesa della religione e della proprietà si trovò legata alla difesa dell'autocrazia, con la conseguenza che i capitalisti, anche quelli che sarebbero stati rovinati dalla guerra, si trovarono costretti a dare l'appoggio ai campioni di una diplomazia avventurosa, e i veri cristiani dovettero appoggiare il militarismo a fine di impedire la spoliazione di quelli che insegnavano la dottrina di Cristo".



Qui Russell, in un contesto ormai lontano, intuisce un'esigenza profonda  che ha caratterizzato i sistemi politici dell'Europa continentale non solo fino alla Prima guerra mondiale ma per tutto il Ventesimo secolo. In questi condizione di un progresso civile ed economico solido e vitale è stata la presenza di forti movimenti politici insieme genuinamente liberali, sinceramente democratici e non ostili alla religione, in particolare al Cattolicesimo.

Il genuino sostegno a mercato, proprietà privata e libertà individuali, la sincera fiducia nella democrazia, l'apertura al dispiegarsi del fenomeno religioso, anche in una dimensione pubblica, evitando la trappola del confessionalismo, quando sono riusciti insieme a radicarsi nell'opinione pubblica e a segnare ampi schieramenti politici hanno conferito all'intero sistema efficienza e stabilità.




Nella storia dell'Italia unita eminenti statisti come Giovanni Giolitti, Luigi Einaudi e Alcide De Gasperi, liberali e cattolici o cattolici liberali,  hanno fornito a questa esigenza di sistema una risposta, sia pure significativa, soltanto provvisoria, senza imprimere al sistema stesso svolte durature
. Occorre indagare le ragioni di questo fallimento, nel contempo riflettendo sull'Italia contemporanea, sulla sua società segnata da processi di fusione e destrutturazione, a tal punto cambiata da porre in dubbio l'utilità di percorrere strade già battute altrove con successo.
L'intuizione di Russell conserva ancora validità? Fornisce una chiave di lettura ed una prospettiva per un presente liquido, sfuggente, apparentemente non accoglibile sotto vecchie categorie? Probabilmente no. Ma occorre fare un tentativo, un serio sforzo di aggiornare il grande progetto che i migliori liberali italiani non sono riusciti a realizzare. Impareremo comunque dai nostri errori.

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