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mercoledì 11 settembre 2013

Afghanistan. L' altra guerra che seguirà.



Su La Voce della Russia del 9 settembre 2013 Vadim Fersovič delinea l'evoluzione dell'intervento occidentale in Afghanistan dopo il 2014. Scaduto il mandato NATO le forze occidentali saranno ridimensionate e si limiteranno a formare, consigliare ed assistere le truppe e la polizia nazionali afgane. Questi i compiti indicati ai media dai governi. Ma, secondo il redattore del sito internet russo, in realtà il loro impiego diretto continuerà. L'articolo, pur segnato da una traduzione manchevole e dal ricorso a sigle del passato (dal 2007 l'AISE ha sostituito il SISMI), offre un quadro non privo di plausibilità, anche se traspare una certa inclinazione a confondere le aspettative con la realtà.

Scrive Fersovič:

"Già nel 2010 il giornalista italiano Manlio Dinucci ha scritto che la CIA stava svolgendo in Afhanistan l’attivita di “esercito ombra” che si occupava non solo di raccolta di informazione ma anche di azioni di forza. Probabilmente, un lavoro analogo veniva realizzato nelle zone di propria responsabilità anche dai servizi speciali dell’Italia e della Germania".

"Così sarà risolto il problema della lotta contro i guerriglieri in cui vengono spese immense risorse umane e materiali. Quando nel 2015 i caporioni dei talebani usciranno fuori dai loro rifugi sicuri, gli agenti arruolati dalla CIA, dal BND e dal SISMI non avranno difficoltà non solo a seguire ma anche ad eliminare autonomamente gli “intransigenti”. Tali operazioni sono state già rodate nel corso dei raid congiunti dei reparti speciali afghani ed occidentali. Se tale strategia funzionerà, i caporioni dei guerrigieri subiranno su di sé i metodi da loro stessi usati.
In luglio esponenti ufficiali americani hanno dichiarato che nei prossimi due anni la CIA programma di ridurre fino a 6 il numero delle sue basi segrete in Afghanistan lasciando intatto il proprio centro a Kabul, uno dei maggiori al mondo. Centri analoghi saranno lasciati dalla Germania e dall’Italia. Gli agenti dell’intelligence ritorneranno al proprio lavoro diretto, mentre migliaia di afgani eseguiranno il lavoro che toccava prima a centinaia di migliaia di soldati della coalizione con spese incomparabimente minori e, più probabilmente, con un’efficienza di gran lunga maggiore".

Sono evidentemente anche e soprattutto questi i temi che possono riavvicinare Russi e Americani. Ma gli insorti afgani sanno bene cosa li attende.






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