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venerdì 2 gennaio 2015

Cina. I rischi della nuova normalità.



Paolo Borzatta, ingegnere, esperto di strategia aziendale e di internazionalizzazione, è autore del blog Specchio cinese su AgiChina24.it. Ospite di Radio Radicale, ha delineato la cosiddetta nuova normalità cinese. 
E' stato il presidente cinese Xi Jinping a definire così il nuovo assetto previsto per il suo paese. La Cina dovrà crescere puntando su maggiori consumi interni, servizi e manifattura avanzati, nuove tecnologie per la difesa dell'ambiente. Le aziende di stato, segnate da corruzione, privilegi e burocrazia, verranno riformate. Una parte più ampia dei risparmi delle famiglie sarà resa disponibile per i consumi estendendo il welfare e diffondendo le assicurazioni private.
Un quadro corrispondente al sogno cinese proposto all'intera area  Asia Pacifico dallo stesso leader cinese in questi termini:

"Abbiamo la responsabilità verso il popolo della regione di creare e realizzare il sogno dell’Asia-Pacifico.
Il sogno è di costruire sul senso di comunità e di destino comune dell’Asia Pacifico, di mantenere la pace, lo sviluppo, la cooperazione e il trend win-win di questo tempo, lavorare insieme per la prosperità e il progresso dell’Asia e del Pacifico; il sogno è di continuare a guidare lo sviluppo mondiale e di dare grandi contributi al benessere dell’uomo; il sogno è di facilitare economie più dinamiche, commerci più liberi, investimenti più convenienti, strade meno accidentate, relazioni interpersonali più strette; il sogno è di permettere alla gente di vivere una vita più pacifica e più prospera così che i loro figli possano crescere meglio, lavorare meglio, avere una vita migliore (trad. P. Borzatta)".

In realtà la nuova normalità cinese presenta rilevanti rischi, relativi alle nuove linee di sviluppo che anche in Occidente molti auspicano per la potenza asiatica. Tale status è stato raggiunto a tappe forzate dalla Cina soprattutto grazie al regime autoritario e a un welfare corto, sostenibile sotto il profilo della spesa pubblica, capace di stimolare lo studio, il lavoro e il risparmio. Questo sperimentato assetto ha dato al paese le risorse per investimenti e acquisizioni in tutto il mondo.
E' pronta la Cina a percorrere ulteriormente le forse fatali vie del già pesante indebitamento privato, dell'aumento della spesa pubblica e della pressione fiscale, del minor stimolo all'impegno e al risparmio? La potenza cinese costruita sul risparmio, sul lavoro e sulle esportazioni cadrà sul tanto auspicato aumento dei consumi interni?


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